Fondazione Aliotti - Arezzo

Le origini dell'Istituto Aliotti

La nascita dell'Istituto Aliotti affonda le sue radici nella storia della città di Arezzo e degli Istituti d'istruzione in generale.

Nel 1849 il Dr. Leonardo Romanelli, Ministro di Grazia e Giustizia del Granducato di Toscana si rivolse al patrizio aretino Francesco Aliotti per invitarlo ad istituire asili infantili nella città.

Nacque con questo scopo un "Comitato di carità" presieduto dal Cavalier Aliotti.

Quando si pose il problema del personale necessario a gestire gli asili, il Dr. Romanelli propose, diversamente da quanto accadeva in altri asili della Toscana, la congregazione religiosa delle Figlie della Carità, ordine fondato da San Vincenzo de'Paoli ed arrivato in Italia intorno al 1800 per gestire istituti educativi ed assistenziali.

Nel 1860 fu ottenuto il decreto per l'apertura dell'asilo.

Nel 1861 il Comitato decise di affiancare agli asili anche un orfanotrofio e di affidarlo alla direzione della Superiora della Figlie della Carità Suor Francesca Maria Thevenin.

L'orfanotrofio fu concretamente istituito nel 1868 con lo scopo di aiutare bambine e ragazze rimaste orfane.

L'istituto fu inizialmente gestito dal Comitato di carità che lasciava però la completa direzione nelle mani di Suor Thevenin.

Nel 1889 il Cavaliere Aliotti moriva lasciando tutti i suoi beni, mobili ed immobili all'Istituto con un testamento olografo redatto il 12 giugno 1885.

Il lascito, come emerge chiaramente dalla volontà testamentaria, aveva il preciso scopo di assicurare il sostentamento economico alle opere da Lui iniziate e consentire alle giovani ospiti di conseguire una educazione dignitosa potendo usufruire di rendite autonome.

L'Istituto, raggiunse presto più di ottanta iscritte ed il sostentamento della comunità divenne problematico, tanto da indurre la municipalità aretina, la Fraternita dei Laici e piùtardi l'O.N.M.I. ad intervenire promuovendo la trasformazione dell'Aliotti in Ente Morale con Regio Decreto del 12 agosto 1890.

Il Consiglio di amministrazione del nuovo Ente ( IPAB: istituto per l'assistenza e beneficienza) era composto dal Presidente, che di diritto era un rappresentante della curia vescovile, da due componenti nominati dal Sindaco, uno dalla Fraternita dei Laici e uno dal Provveditorato agli Studi (prima ancora dall'O.N.M.I.).

I rapporti con la Provincia Romana delle Figlie della carità vennero regolati da un'apposita convenzione fino alla partenza delle suore dall'Istituto nell'anno 2000.

Dopo la riforma delle IPAB, l'Istituto si è trasformato in Fondazione con atto notarile il 29 luglio 2005 ai sensi della legge regionale n°43 del 2004. La Regione Toscana il 2 novembre 2005 ha provveduto ad emanare il relativo Decreto di riconoscimento ed iscrivere la Fondazione Aliotti nel registro regionale delle persone giuridiche private, istituito ai sensi del DPR del 10.02.2000 n°361.

I membri del Consiglio di gestione sono:

  • 2 per la Diocesi di Arezzo – Cortona – Sansepolcro
  • 2 per la Provincia Romana delle Figlie della Carità
  • 1 per la Fraternita dei Laici di Arezzo
  • 2 per il Comune di Arezzo

L'attuale situazione patrimoniale

Negli anni '60-'80 si rese necessaria la vendita di alcune proprietà il cui ricavato venne reinvestito nell'ammodernamento della residenza di Via Aliotti e della scuola ma, non potendo piùcontare su donazioni e lasciti, il bilancio restava in perdita tanto che nel 1998 il debito era superiore ai 300 milioni di lire e tutti gli immobili dovevano essere adeguati alle nuove norme di sicurezza.

Attualmente l'Istituto Aliotti possiede in piena ed esclusiva proprietà:

  1. la villa Le Pietre;
  2. il complesso sito in via Aliotti 1 un tempo sede amministrativa dell'ente e casa delle Figlie della Carità, negli ultimi anni utilizzato per attività socio assistenziali a disabili;
  3. il complesso immobiliare che si sviluppa in Piaggia di Murello, sede della scuola materna e del Teatro;
  4. il palazzo sito in Piazza S. Maria in Gradi e locato alla Provincia dove, oltre alla protezione civile ed il Pronto Donna, ha sede l'archivio storico della Provincia stessa;
  5. La casa per ferie che è ubicata lungo via Chiassaia;
Oggi l'Istituto si sostiene economicamente grazie agli affitti derivanti dalla scuola, dal centro residenziale per disabili, dalla casa famiglia che è l'unica attività gestita in proprio dalla Fondazione e da villa Le Pietre.

Alcune considerazioni sulla evoluzione del sistema di assistenza sociale dal 1890 ad oggi.

L'intento perseguito nel 1890 dai soggetti intervenuti nell'amministrazione dell'Istituto era quello di garantire mezzi "esterni" di sostentamento economico stante l'insufficienza delle rendite.

Questo era coerente con l'assetto fortemente paternalistico che caratterizzava l'allora sistema di assistenza e beneficenza e che trovava proprio in quei tempi compiuta espressione nella Legge n° 6972 del 17 luglio 1890 meglio nota come Legge Crispi.

Quell'assetto era destinato a partorire scarsi frutti visto che per anni si è dovuti ricorrere alla vendita di immobili per sopravvivere. Ma è proprio la logica di "tutela" a cui fu sottoposto l'Istituto Aliotti ad essere stata ormai superata da complesse ragioni storiche, politiche ed economiche. Dal 1890 ad oggi siamo passati da un sistema basato sul concetto di "beneficenza" ad un sistema integrato di interventi e servizi sociali che lo Stato promuove per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione. La Legge Quadro n° 328 del 2002 ha disciplinato l'assistenza sociale che si inquadra in un contesto istituzionale ancora evolutivo, ispirato dalla riforma del titolo V della Costituzione, in cui sono le realtà locali a farsi carico della programmazione sociale in un quadro di sussidiarietà. Ciò significa, semplificando molto passaggi storici e giuridici, che l'intervento sociale non si realizza piùsecondo una logica di assistenza paternalistica che vede nel "sussidio" elargito dall'alto lo strumento principale di azione.

La riforma dell'assistenza ha prodotto un sistema policentrico che da un lato riserva all'Ente locale un ruolo di programmazione, controllo e accreditamento e dall'altro riconosce la funzione del volontariato, dell'impresa sociale ed in generale del Terzo settore quali attori protagonisti, secondo il principio di sussidiarietà, della realizzazione fattiva delle politiche sociali, funzione che gli enti locali devono sostenere ma non condizionare. In termini ancora piùrealistici, questo significa che la legge intanto riconosce un ruolo al Terzo settore, Fondazioni comprese, in quanto questi soggetti riescono a proporre una progettazione autonoma ed un'autonoma capacità di stare sul territorio e sul "mercato dei servizi".

Prima quindi di giungere a delle conclusioni si rende opportuno richiamare gli snodi critici della storia morale, economica e giuridica dell'Istituto Aliotti:

  1. l'Istituto nasce nel 1885 dalla volontà del Cavaliere Aliotti di legare i suoi beni personali ad un progetto "autonomo" dal punto di vista educativo ed economico;
  2. assume l'amministrazione dell'Istituto un Consiglio "laico" i cui membri rappresentano Istituzioni che dovrebbero impegnarsi al sostentamento delle attività;
  3. i lasciti e le donazioni non si verificano piùe l'Istituto sopravvive per anni grazie solo alle vendite patrimoniali;
  4. le suore lasciano l'istituto, tutto il personale impiegato è laico e quindi stipendiato a norma di legge con un aumento esponenziale di costi venendo a mancare l'opera gratuita delle Vincenziane nella scuola e nella casa famiglia.
  5. nessuno dei soggetti che compongono oggi il Consiglio di amministrazione contribuisce alle entrate dell'Istituto, né questo sarebbe piùin linea con il sistema della Legge 328/2000. Oggi non è piùpensabile infatti che una Fondazione viva dell'assistenzialismo pubblico o privato, ma deve potersi sostenere autonomamente.

Oggi la Fondazione fa parte a tutti gli effetti del sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale ai sensi della Legge Regionale 24 febbraio 2005, n°41.

Svolge un'attività educativa e di sostegno alla famiglia collaborando con la Cooperativa S. Maria in Gradi che gestisce la scuola materna e l'asilo nido. La casa per ferie ospita studentesse e giovani che si stanno inserendo nel mondo del lavoro, tenendo particolarmente conto delle situazioni di svantaggio sia economico che sociale.

Il centro residenziale Il Ramo realizzato con l'Istituto di Agazzi (ATS associazione temporanea di scopo), per persone diversamente abili, offre interventi personalizzati assistenziali, di socializzazione, educativi, abilitativi-riabilitativi, di mantenimento o acquisizione di capacità cognitive, relazionali e comportamentali.

La Fondazione è patner anche della L.A.P.I.S. Libera Associazione per il progresso dell'Istruzione che ha sede presso il nostro Istituto e si occupa di problemi sia culturali che sociali legati ai bambini e ai giovani.

Il nuovo Statuto che la Fondazione si è data contempla, in continuità con la tradizione, un ruolo nella rete dei servizi sociali del territorio e alcune linee guida:

  1. mantenere il legame storico con il Comune di Arezzo prendendo atto della perdita giuridica di qualsiasi ruolo di "tutela" da parte del Comune stesso alla luce del nuovo rapporto di coordinamento e co-programmazione nella rete dei servizi locali che la normativa vigente attribuisce al Comune ed ai soggetti del Terzo Settore;
  2. riconoscere il ruolo di alto magistero morale da sempre esercitato dal Vescovo della Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro nei confronti dell'Istituto Aliotti;
  3. mantenere inalterato il legame storico con la Fraternità dei Laici valorizzando le sinergie e la collaborazione progettuale che si può stabilire con questa antichissima e nobile Istituzione.
  4. riconoscere alle suore Vincenziane il carisma della carità e del servizio da sempre profusi nell'opera e nella città di Arezzo.

 

 

Il fondatore e la nascita dell'Istituto

Cenno Storico e Regolamento Interno dell'Asilo Infantile Aliotti